Vittorio Alfieri - RACCOLTA DI RIFLESSIONI
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«Nella città di Asti, in Piemonte, il dì 17 gennaio dell'anno 1749, io nacqui di nobili, agiati ed onesti parenti». Così Vittorio Alfieri - maggiore poeta tragico italiano del Settecento - presenta se stesso nella “Vita scritta da esso”, autobiografia composta intorno al 1790. Nel corso della sua breve, quanto intensa esistenza, lo scrittore non trascurerà neppure il genere letterario della prosa politica. L'avversione per la tirannia e l'amore viscerale per la libertà, si ritrovano nel trattato politico “Della tirannide” (1777-1790), nel quale analizza, fra tutti i tipi di governo, il dispotismo espresso da quelle che dovrebbero essere le fondamenta dello Stato: il sovrano, l'esercito, la Chiesa.
Nel trattato “Del principe e delle lettere” (1778-1786), il tema meramente politico si stempera nella letteratura. Così opere realizzate da Virgilio, Orazio, Ariosto, Racine,. per esaltare il potere politico di certi prodighi mecenati delle lettere sono il prodotto di uomini "mediocri" se contrapposti al sommo Dante. Dello stesso periodo è “La Virtù sconosciuta” (1789). L’opera sotto forma di dialogo mette in luce le virtù civiche e morali del mercante Gori Gandellini, il suo migliore conosciuto durante il suo soggiorno a Siena.
Nel corso della sua breve quanto intensa esistenza, durata appena 54 anni, lo scrittore non trascurerà di impegnarsi in diversi generi letterari. Del resto, il suo carattere tormentato, oltre che a delineare la sua vita in senso avventuroso, lo renderà un precursore delle inquietudini romantiche. È sepolto tra gli uomini illustri nella Basilica di Santa Croce.
VITTORIO ALFIERI - Raccolta di riflessioni - DEL PRINCIPE E DELLE LETTERE - DELLA TIRANNIDE - LA VIRTU' SCONOSCIUTA