Ruzzante - RACCOLTA TEATRO
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Angelo Beolco detto Ruzzante era il figlio naturale di un medico padovano e nacque alla fine del XV secolo (1494 o 1996). La sua grande passione fu il teatro di cui elaborò testi che interpretò in prima persona. Da uno dei suoi più apprezzati personaggi, il contadino Ruzzante, assunse lo pseudonimo che lo ha reso famoso. Morì nel 1542.
Il Bilora (1529) fa parte dei "due dialoghi drammatici in lingua rustica". È una delle commedie di Ruzzante che non che non presenta un lieto fine. La storia narra di un contadino che accoltella, dopo una serie di discussioni, l’anziano e ricco mercante nella casa del quale la moglie è andata a vivere. In quest’opera il realismo del Beolco rappresenta il mondo contadino senza orpelli o sfumature letterarie, né vi è alcun abbandono al caricaturismo. La realtà è in primo piano per quella che è. Tratteggia l'arricchimento dei possidenti veneti in danno dei contadini. Con Bilora Il Reduce è l’altro dei"due dialoghi drammatici in lingua rustica". Sempre rappresentato a Venezia dalla compagnia dello stesso Ruzzante, il quale impersonò come protagonista proprio la figura del Reduce. È un atto unico ed il sottotitolo con cui è pervenuto è probabilmente un'aggiunta posteriore.
La Moscheta (1529), commedia in cinque atti in un crescendo di vicende comiche. L’autore mette in scena le avventure di due contadini inurbati, Ruzante e sua moglie Betìa. Della donna si sono innamorati anche Menato e Tonin, il primo agricoltore e il secondo un soldato bergamasco. Nel prologo Ruzante afferma il valore della naturalità, fondamento delle relazioni umane consistente nell'uso della lingua della propria terra, piuttosto che il colto parlare "fiorentinesco", costruito e letterario.